Blog, cavalli e film western.

sunset-on-the-western S. oggi mi ha ricordato che è una vita che non scrivo su Invisibilia. Anzi, mi ha detto il giorno esatto: 7 maggio.

In questi mesi mi è capitato di riflettere su che cosa fare di questo blog. Ogni tanto ho pensato che non avesse più senso. Lo ha avuto in passato, mi sono detta, ma adesso forse no. Ha svolto il suo compito in un momento in cui c’era da imparare a buttare fuori dopo aver tenuto troppo dentro.
Nei racconti delle persone che ho incontrato, dei libri che ho letto e di tutte quelle vite che mi sono passate davanti, ho cercato un po’ anche il mio posto, per tentativi, così, come se dovessi scoprire una volta per tutte cosa davvero mi piace e cosa invece non sopporto, cosa mi fa stare male e cosa mi fa stare bene, cosa mi fa piangere e cosa mi fa ridere. Al di là di quello che è giusto, di quello che mi hanno insegnato e di tutto quello che avrei sempre voluto che fosse.
Erano piccole cose, era soltanto riconoscermi in qualcosa o in qualcuno che mi passava di fianco.
Poi è successo che tutto quello che c’era qui, su queste pagine, ho di nuovo dovuto portarlo dentro, perché servivano tutte le mie energie, i miei pensieri e le mie speranze per far funzionare quel famoso mondo che sta in piedi solo se impari come si fa. I problemi si sono aggrovigliati e non bastava trovare un solo filo.
Così sono stata lì, con pazienza, a cercare tutti i bandoli, in tutto quello che di concreto avevo intorno. O che non avevo più. A farmi domande troppo grandi per poi ricominciare dalle piccole. A volte si fa fatica a farsi le domande giuste, perché poi, con le risposte, non si può più imbrogliare.
Ed ora eccomi qua, con quel mondo che ancora sta lì, insicuro, vacillante sul suo equilibrio precario mentre io non ho certo capito come tenerlo ben saldo in piedi ma ho soltanto imparato ad avere meno paura di vederlo cadere.
Allora è questo, ho pensato, che ha davvero fatto Invisibilia.
Ha messo le emozioni lì davanti a me, per togliere loro il timore e l’imbarazzo. Per portare via il terrore, la vergogna. Lo spaesamento.
Invisibilia non ha certo tenuto in piedi il mondo, ma ha fatto volare via un po’ di paura.
Tutto quello che è passato da queste pagine, le parole, gli avvenimenti, le giornate, anche quelle andate a male, è diventato più innocui e ha fatto meno male.
Ecco perché ci sono volte in cui mi manca da morire.
Come stasera.
In cui non vorrei avere paura.
Delle delusioni, delle frasi uscite a metà e dei personaggi che non riescono mai a correre dritti, verso l’orizzonte. Come i cowboy nei film western.
Senza girare i cavalli a caso in cerca di una direzione.
E soprattutto senza sbagliare battuta.
Hop.
In sella.
Ed ecco perché credo che il blog se ne starà ancora qua per un po’, se non altro a ricordarmi che non c’è da aver timore. Anche nel più stupido copione del mondo, se c’è un tramonto, prima o poi qualcuno lo inseguirà.

1 Commento a “Blog, cavalli e film western.”

  1. Menphis scrive:

    Un abbraccio e un sorriso per tutte le volte che non riuscirai a darti delle risposte e che dovrai cercare il bandolo della matassa…

    Mettiamola così: questo blog serve per evitare di mandare a tutti quelli che conosci gli auguri di buon anno e soprattutto a quelli che vogliono avere tue notizie non avendo il tuo numero di telefono e che ti “conoscono” per vari motivi e non ti ritrovano tra i loro contatti su facebook!!!! :-)