Daphne (seconda parte)
Chi ha un briciolo di bontà trova bontà ovunque…
Chi sa cosa vuol dire, pensa Noa mentre si accorge che il benzinaio è ormai chiuso. Per fortuna ci sono due ragazzi rimasti a fare i conti che le fanno il pieno lo stesso e le offrono un caffè caldo. Poi le dicono anche che non è l’unica ad essere finita lì in una notte come quella.
Ecco. Indovinate chi c’è, buttato sul pavimento, avvolto in una coperta di lana macchiata, semi-addormentato…
Noa sveglia il ragazzo. Lui è intontito per la febbre e taciturno ma non sembra sorpreso di vederla. La guarda come se fosse la cosa più normale del mondo, come se fosse stato evidente che lei sarebbe venuta a raccoglierlo.
Lui si trascina alla macchina, ancora bagnato, con il suo zaino “all you need is love” e si addormenta dopo pochi minuti.
Il piano di Noa è andare al magistero, svegliare un medico e la mattina mettersi al telefono per vedere di trovare questa Daphne, ma la pioggia oscura la vista, sbaglia strada e si perde. Per di più, il motore della macchina si spegne dopo poco. Lei fa in tempo ad accostare in una specie di parcheggio e si addormenta.
Come andrà a finire questa storia, uno comincia a chiedersi.
E poi pensa che forse c’è un solo modo possibile, e un’unica soluzione perché quella frase continui a girare all’interno del romanzo: nessuno deve spiegarla.
E infatti nessuno lo farà.
All’alba Noa si sveglia e si accorge che il suo passeggero è sparito. Non ha rubato niente eh… semplicemente è scomparso.
Passa una volante della polizia che aiuta Noa a far ripartire la macchina e lei torna a casa con la febbre alta ma la prima cosa che chiede al marito è di provare a rintracciare, tramite le sue conoscenze, una certa Daphne e un ragazzo irlandese atterrato il giorno prima. Poi crolla sul letto, sfinita.
Ovviamente del suo passeggero non si saprà più nulla.
Ecco, ieri sera mentre tornavo in treno da Roma guardavo fuori dal finestrino e proprio come i personaggi del libro pensavo a quel ragazzo che vaga per la Galilea alla ricerca della sua Daphne o magari ha abbandonato l’impresa e si è fermato a fare il falegname da qualche parte e in questo momento si riposa, con la testa appoggiata sullo zaino e i suoi capelli lunghi che gli incorniciano il viso nella luce della sera.
Se si ha un briciolo di bontà si trova bontà ovunque.
13 febbraio 2009 alle 00:56
quasi quasi mi compro il libro…