Two Way Monologue

Venerdì sera. Io e TJ (che poi è sempre Lady J, solo che questo è il suo nuovo nick… lo so fa un po’ vecchio telefilm americano, a metà tra A-Team e Magnum PI ma in qualche modo dovevo abbreviarlo) insomma io e TJ ce ne andiamo alla Casa al concerto di Sondre Lerche.
Stasera vogliamo imbottirci di musica e raccontarci il meno possibile.
Facciamo la fila per entrare. Erano secoli che non ci mettevamo in coda per entrare a un concerto. E’ quasi divertente, non sembra più neanche lontanamente lavoro, qui siamo noi e basta. Tj ha un nuovo taglio di capelli e dimostra cinque anni di meno, io sembro la ragazzina che si è truccata per apparire più grande, ma a volte hai bisogno di sentirti bella.
Entriamo, TJ mi offre da bere, e mi ritrovo in mano un drink che farò fatica a gestire. Ma anche lei è un po’ in difficoltà. Ridiamo. Due ragazzette che si divertono a giocare in un mondo di adulti. Mentre ci avviciniamo al palco ci accorgiamo che siamo circondate di ragazzi. Ma tutti uomini a questo concerto?
Si vede che avremmo voglia di raccontarci un po’ gli ultimi giorni, ma sappiamo che finiremmo nel solito impasse e allora per fortuna il concerto inizia ed è anche meglio di quanto ci aspettassimo.
Indie pop raffinato e divertente, ironico e ammiccante quando serve. E uno come Sondre Lerche non puo’ che starti simpatico. Quando dovrebbe arrivare la love song, io e TJ facciamo solo in tempo a scambiarci un unico sguardo preoccupato perché poi parte un pezzo catchy per niente zuccheroso né banale. Perfetto nella sua semplicità e leggerezza.
Beh, niente tormenti interiori qui, a quanto sembra. niente lato oscuro.
Mi torna in mente l’ultima discussione musicale con E. mentre vedo che anche i pensieri di TJ se ne stanno un po’ andando per i fatti loro.
Al momento non c’è una ragazza con me, dice Sondre dal palco. Spingo TJ, lei ride e insieme ripassiamo il decalogo della fidanzata del musicista. Forse un giorno incontreremo un avvocato o un medico, dimenticheremo chitarrine malinconiche e giri di basso, e mentre lo diciamo si avvicina un tipo e parla per tre minuti buoni. Io non prendo una parola. La musica è alta e a dir la verità non mi impegno neanche troppo. TJ nemmeno e infatti gli chiede di ripetere. Lui riparte, altri tre minuti, fa dei gesti, indica il collo. TJ sorride e lui si rimette al suo posto.
Cosa cavolo ha detto?
Non ho capito niente.
Nemmeno io.
Bene.
Niente finale da telefilm per stasera. Pero’ ci rimane sempre il tuo nick TJ.
Adesso cammina, che la macchina l’abbiamo lasciata lontana.

2 Commenti a “Two Way Monologue”

  1. a. scrive:

    TJ…ho capito chi è: quella alta, di colore, con la cresta e muscolosa che ha paura di salire su gli aerei

  2. Sara scrive:

    Vedi A. , il problema è che Tj non beve latte…