26 maggio 2007

A quanto pare sono sopravvissuta alla giornata di ieri. E questi sono i miei ricordi:

1. La sveglia alle sei del mattino con troppo poco sonno alle spalle.
2. Il trenino che da piccoli, in estate, ci portava dai nonni e poi, da studenti, a preparare gli esami al fresco.
3. Il baretto davanti al municipio di un paesino di montagna e il trattore che ci è passato davanti, come in una vecchia commedia all’italiana.
4. Mio fratello che cerca l’intonazione giusta con cui dire quel si (e gli esce una roba che poteva uscire solo a lui :-).
5. Il mio fantastico undicesimo sorriso alla corrispondente domanda e tu quando ti sposi… (ci vorrebbero gli autori da contratto anche per i matrimoni).
6. Il viso disperato della cameriera, fisso su un piano di torta completamente spiaccicato per terra. E quello di L., sospeso, in attesa di ricadere su un’espressione più definita.
7. Un paio di foto che avrei voluto scattare io, ma acc…. ho sbagliato il fuoco. L’idea non è sempre tutto (bravi N. e J.)

Musica: Muse- Showbiz, tutto l’album, il ritorno è lungo.

10 Commenti a “26 maggio 2007”

  1. sara scrive:

    D’accordo. Io avevo sorvolato, ma visto che continua a farvi chiacchierare, aggiungo:
    8. Lo spacco del mio vestito.

    E che non se ne parli più.

  2. P. scrive:

    Il solito tappeto di uomini ai piedi…
    Certe cose non cambiano :-)
    Come stai sofelia?

    P.

  3. Sara scrive:

    Tappeto? Macché… Ho smesso di sbattere gli occhi un bel po’ di tempo fa :-)

  4. P. scrive:

    Flop flop…

  5. sara scrive:

    Flop flop? Ahah…
    Niente ciglia, ho detto.

    S.

  6. eli scrive:

    Punto tre del manuale di fidanzamento.
    Come appendere le ciglia al chiodo…
    Ma A. che fine ha fatto?

  7. Sara scrive:

    A. suona…

  8. Michele scrive:

    Avrei voluto esserci.. Acc… Spacco a parte (semper gratus), il fantomatico SI.. Occome l’avrà pronunciato il Nostro?

  9. Luca scrive:

    Credo di aver detto una cosa tipo: “Shee-awowowagwrzzzzzssSSS”, ispirandomi alla celebre “Turco pallone frenato”.

    Letteratura a parte… ma che ho detto?!? Per dirla col Cecchini (e non parlo del celebre macellaio del Chianti), “Il sì suona” in una sola maniera… o no? Secondo me l’autrice ci ha ricamato sopra… forse aveva ascoltato, senza anestesia, “Co.Dex” di Giovanni Lindo Ferretti prima di scrivere (tutto l’album, il post è lungo).

    Comunque, se devo essere sincero, Co.Dex mi piace. Con un po’ di anestesia, ovviamente.

  10. Sara scrive:

    Per dirla tecnicamente era un sì “aperto”, uno di quelli che in sala di doppiaggio ti fanno rifare, a meno che tu non stia doppiando Luca C. perché in quel caso, ti direbbero, ci sta.

    Questo è un personaggio un po’ così…

    Ma come così? Non bisogna sempre chiudere per dare più peso? Se non si chiude quel “si” lì cosa si chiude?

    Dammi retta. Questo qui lascialo così.

    Giovanni Lindo l’ho ascoltato davvero, nei PGR pero’, perché come dice A. “stiamo allegri anche stasera…”, e, se proprio vi interessa, nella versione Montesole di Unità di Produzione, perché quando il pezzo si apre (un po’ come il sì di Luca) e arrivano gli archi allora si puo’ anche pensare alla pietra bismantova.
    Ma tu ormai hai la regina dei fiordi…