Vecchie Uno e Intercity per Monterosso

Gli ultimi anni di liceo io e mio fratello avevamo un gruppo di amici in comune. Uscivamo spesso insieme e la sera, in macchina, al ritorno dai locali, mezzi assonnati ma senza tanta voglia di andare a dormire ci divertivamo a immaginare ipotetici futuri, a pensare a come saremmo diventati, dove avremmo vissuto e cosa avremmo fatto. E ovviamente con chi saremmo stati. Una di quelle sere lì abbiamo fatto una specie di fantamatrimonio cercando di ipotizzare chi si sarebbe sposato per primo. Non mi ricordo tutto nei dettagli, ma io ero nelle prime posizioni, mentre mio fratello drasticamente verso le ultime.
Eh già. Perché ovviamente nella mia immagine perfetta e pulita di ragazza carina e educata, che andava bene a scuola e che aspettava l’amore della vita, il matrimonio ci stava proprio.
Mio fratello invece no. Perché lui era quello che ti faceva venire i dubbi, che analizzava i sentimenti, spiegava i meccanismi e ti diceva: funziona in un altro modo ma non ti deve sembrare triste. Puah alle smancerie, alle frasi già troppo sentite e a ogni forma di rito. Lui era quello che non veniva ai pranzi di natale e spariva la domenica di pasqua, si nascondeva dai parenti e progettava fughe dalla chiesa per andarsene in macchina a leggere un libro.
Poi è successo che io me ne sono andata. Avevo 18 anni e mi sembrava la cosa più difficile che avessi mai fatto. I primi giorni avevo nostalgia di casa ogni cinque minuti. Non è proprio la mia vita, pensavo, non ci sono tagliata, non c’è verso. Poi piano piano è andata meglio, ho conosciuto persone, viaggiato, imparato altre lingue, vissuto a Parigi e a New York, trasferita a Milano, poi a Roma, poi di nuovo a Milano.
Mio fratello si sposa tra una settimana.
Il bello è che lui è sempre com’era. E’ vero , ha imparato ad andare alle cene e a mettersi la giacca, ma se gli chiedete di dirvi qualcosa di romantico probabilmente vi parlerà di un treno che si allontana da una stazione o qualcosa del genere. E se gli domandate cosa succederà sabato prossimo vi parlerà di una festa, se volete venire siete i benvenuti, altrimenti non ci rimane male nessuno. Ma non pensate che sia freddezza. E’ andato e tornato dalla Sardegna in una giornata solo per comprare un anello ed è capace di uscire dal lavoro e di saltare sul primo intercity per monterosso solo per sedersi a guardare fuori del finestrino. Poi pero’ torna a casa. Insomma è uno così.
Già.
Sono passati un sacco di anni. La vecchia uno turbo diesel verde acqua esiste ancora. Molti di noi hanno già una famiglia. E io non sono più tornata.

3 Commenti a “Vecchie Uno e Intercity per Monterosso”

  1. Aldo scrive:

    Dalla prossima settimana non dovrai più nascondere la marmellata!!!!
    …. E tu? ….. Non dare retta a tuo fratello che ti faceva venire i dubbi su tutto (era geloso di te; che qualcuno ti portasse via!!…) ….. Quando?

  2. ETR scrive:

    Già… e tu quando ti sposi? Gli esami come vanno? Stai tranquilla, comunque, perché un bel gioco dura poco, mentre se son rose fioriranno, ma se sono viole violeranno (la legge, in questo caso).

    Ora devo andare, perché se non mi sbrigo non trovo più parcheggio… a proposito, avete notato che (in generale) è diventato difficile trovare parcheggio? Colpa anche del fatto che non piove più, almeno una volta sapevi che in autunno pioveva, ma ora l’autunno non c’è più e si è portato via anche l’almanacco del giorno dopo… tutti assieme se ne sono andati con Marco sul treno delle 7:30, lasciando a noi tapini la sconsolata Laura Pasini.

    Dimenticavo: se non ci vediamo prima, buon Natale!

  3. Ferro3 scrive:

    Effettivamente mettere insieme un treno e un tramonto potrebbe sembrare un improbabilissimo cocktail… guardate però cosa ho trovato in giro

    treno al tramonto