Mr Cave.

nickcaveblogjpg.jpgNick Cave entra in una camera d’albergo, puntuale, alle 10 di mattina. Strano vederlo con tutta quella luce. Uno come lui pensi che di giorno non esista. Che si rifugi da qualche parte, aspettando il buio. Che compaia solo quando fuori tutto diventa meno nitido. Un po’ come i vampiri.
E in effetti  sembra che sia strano anche per lui, che cerca di far chiudere le tende: “it’s too bright” continua a dire.
Alto, vestito di scuro, occhi glaciali di un blu che non sembra vero. Poche, pochissime parole. Non puo’ non incutere soggezione.
Risponde lentamente alle domande con frasi che tagliano l’aria. Ed è imprevedibile. Non si capisce di cosa parlerà e cosa invece farà morire lì sul nascere, senza neanche provare a formulare una risposta di cortesia.
No, per lui è no. Non lo so è non lo so.
Rimane quell’attimo di silenziosa sospensione prima della risposta in cui non puoi non chiederti chissà se è la domanda giusta.
Si parla di amore, di religione e del loro esatto contrario. Di vivi e di morti, di miracoli. Ma “Dig, Lazarus, Dig” non è cosi biblico come sembra e nemmeno così triste. E’ pieno di gioia, insiste lui. E si farebbe fatica a crederlo se qualsiasi cosa uscita dalla sua bocca non suonasse così perentoria.
Ogni tanto si assesta, scomodo, su una specie di divanetto, vicino alla finestra, al secondo piano di quell’albergo trasformato in esercizio di stile per giovani designer milanesi. E’ una seduta da pescatore, dice.
Si capisce che quello è l’ultimo posto dove vorrebbe essere, un martedì mattina di buon’ora, con miliardi di altre cose per la testa.
Ma la musica è anche controllo. Lui è il primo a dirlo.
Sarà poco emotional, forse, ma molto intelligente.
Difficile distogliere gli occhi da un personaggio così, anche quando sembra infastidito, anche quando chiude drasticamente alcune direzioni di conversazione come se fossero semplicemente strade ghiacciate, su cui sei accidentalmente scivolato ma che sono assolutamente da non percorrere.
Sono le 11 quando se ne va, diretto verso altri doveri.
Scostiamo la tenda, per far rientrare di nuovo la luce piena di una giornata di sole milanese.
Mr Cave. Strana e affascinante creatura.

3 Commenti a “Mr Cave.”

  1. - ion - scrive:

    cioè tu hai incontrato mr cave? porco giuda vedi che ho sbagliato lavoro? e poi non sono nemmeno gnocca…

  2. Sara scrive:

    Non sei nemmeno gnocca?
    Ahah. L’ espressione mi fa pensare al nostro amico Filo e altrettanto inevitabilmente a domandarmi, come sempre, dove sia finito. Ma questa è un’altra storia…

  3. The Pesto Buster scrive:

    esatto, torniamo a parlare di gnocca…al pesto naturalmente.