Archivio di dicembre 2007

Radio On Ice

mercoledì 26 dicembre 2007

Stamattina mi sono svegliata con addosso ancora un senso di instabilità.
I postumi di una puntata radiofonica davvero assurda.
Iniziamo a trasmettere alle 20 dallo chalet di Piazza Grande (Lucca), con gli aspiranti pattinatori che fremono dietro le transenne ancora chiuse. E’ bello, per una volta, essere immersi tra la gente. Me l’ero dimenticato, dopo un lungo periodo passato dentro uno studio radiofonico semi-vuoto, di notte, quando nonostante i tanti sms si fa fatica a pensare che dall’altra parte ci sia davvero qualcuno che ti ascolta. Qui invece la gente la vedi dritta davanti a te, che passeggia, pattina, chiacchiera, ti guarda un po’ curiosa dall’altra parte del vetro mentre ti ascolta in diffusione. E capita anche che qualche ascoltatore storico si materializzi improvvisamente. Che buffo associare un viso a una serie di messaggi. Così scopri che “Tondo” è davvero alto 2 metri e 10 e che “Clarissa” è più adulta di quanto ti immaginavi. Cose così.
La serata poteva anche finire in questo modo, con lo strano effetto di un radio- acquario che dal mondo non si nasconde ma che invece lo guarda passare.
Ma a Stefano viene in mente un’idea.
In quattro e quattr’otto vengo catapultata fuori dallo chalet, direttamente sulla pista, con un paio di pattini ai piedi e un microfono in mano. Peccato che sia la prima volta nella mia vita che provo a pattinare sul ghiaccio (le rotelle con cui mi sono divertita un po’ quando ero piccola sono tutta un’altra storia). La domanda, un po’ di tutti, è quando cadrò.
Ma la provvidenza arriva in mio soccorso sottoforma di un giovane istruttore di pattinaggio, che mi dice “tranquilla, se ci sono io non cadi”. Seeeee, cambia frase amico perché io qui ho un doppio compito: scivolare su questo ghiaccio senza rotolare per terra e continuare a parlare, rimbalzandomi con Stefano dentro lo chalet. I primi giri li faccio abbarbicata al mio maestro e mi accorgo con stupore di una cosa: non è la goffaggine con cui tento di tenermi in piedi ma è la scioltezza con cui volano via le parole. Ma pensa. Uno si concentra su qualcos’altro, per riportare a casa tutte le ossa, e finisce che le parole scivolano via da sole, altro che i pattini sul ghiaccio.
Avevano ragione gli americani e i miei insegnanti che per farci imparare a recitare, una volta hanno messo tutta la mia classe a fare ogni genere di attività fisica, lasciando che le battute venissero fuori a caso. Al momento mi sembrava una cosa senza senso. Guarda tu quando uno deve capire qualcosa che gli hanno detto due anni prima.
Il mio multitasking batte il record e io mi reggo in piedi con dignità, tanto che il mio maestro comincia a farmi andare a da sola, guardandomi a vista con lo sguardo “telavevodettoio”.
E’ con orgoglio che concludo i miei giri e alle 23.20, con quasi mezz’ora di sforo, anche la puntata in radio.
25 dicembre 2007, anche se ti ostini a sbuffare, non si sa mai cosa ti puo’ riservare un Natale.

P.s. Giovedì 27 dicembre si replica

Radio@Christmas

lunedì 24 dicembre 2007

Il 25 dicembre, se proprio non avete niente da fare dopo aver ingurgitato ogni tipo di tradizione mi trovate dalle 20.30 alle 23.00 su RADIODUEMILA con Stefano Barsotti (in streaming su radioduemila.com).

Per chi passasse da Lucca, trasmetteremo fisicamente da Piazza Grande (soltanto per veder cadere i pattinatori ovviamente). Veniteci a trovare se vi va.

Auguri in fuga

lunedì 24 dicembre 2007

Sì, lo so. Non scrivo da qualche giorno. E’ che attraverso sempre questi periodi di pre-festa in apnea. Perché mi sembra che se provo a muovermi o a parlare, finisco incartata sotto qualche albero di natale pure io. Perché gli auguri (questo rituale che fin da piccola ho sempre guardato con sospetto) mi fanno sentire goffa e fuori luogo. E perché i baci vengono sempre fuori un po’ male, divisi tra l’imbarazzo di non avvicinarsi troppo alla bocca e la finta del gota-gota. Ecco il motivo per cui, se posso, sparisco, per affidarmi alla via più nerd per non mancare di cortesia: le e-card. Lì almeno si puo’ raccattare qualche briciola di comunicazione.
Quindi, perdonate la fuga. “E se non ci rivediamo prima di Natale…”

Tv accese in soggiorno e nuove vecchie compilation

venerdì 14 dicembre 2007

E anche quest’inverno ho battuto l’influenza. E’ come se riemergessi da un sonno lungo 4 giorni. Mi ricordo solo il suono, lontano, della televisione accesa in soggiorno e ogni tanto il rumore dei piatti spostati o del fornello che si accende. E poi un cellulare che suona e una voce, bassa che risponde, una mano che mi copre con il piumone,
A certe cose avrei anche potuto abituarmi, questo avrei voluto scrivere, se non fosse che addosso a me sarebbe sembrato poco credibile. Ma quando si è malati si puo’ dire di tutto. Un po’ come quando si è ubriachi. E allora eccolo lì. A certe cose avrei potuto anche abituarmi.
E adesso prima di perdere l’ultimo ascoltatore, o di vedermi sostituire dal primo irruente dj di passaggio, devo correre a cambiare un pezzo.
Stasera avrei un’intera compilation per voi, ma ci ha messo qualche anno ad arrivare e quindi mi perdonerete se la faccio prima girare un po’ sul mio I-tunes.
Adoro le compilation, da quando avevano la forma di nastri pieni di fruscii e scorrevo i titoli scritti a mano in attesa di una rivelazione.
Sapendo che uno di quelli prima o poi mi avrebbe fregato.

Traccia 9- The Fields- If You Fail We All Fail- 5′22”

38.5 °C

lunedì 10 dicembre 2007

Trentotto e mezzo. Strana cosa la temperatura del nostro corpo. Un paio di gradi di alterazione e non capiamo più un tubo.
Io continuo a tremare da due giorni. Ormai non me ne accorgo quasi più. Ma gli altri si e questa è la cosa buffa.
Nei brevi momenti di lucidità post-paracetamolo sto attaccata alle mail. Oggi è il primo giorno in cui non posso seguire YN da quando è nato lo show. Ed è come guardare qualcuno che ormai ha imparato a camminare da solo anche se in fondo non te ne eri mai accorto.
Quindi, con meno ansia di ieri, ripiombo nell’oblio di antinfluenzali dai nomi creativi (perché così ci sembra sempre di curarci un po’ di più).
E mentre provo a riprendermi metto su un pezzo, rimanete lì, come si dice dalle nostre parti, torneremo tra poco…

Song: Canadians- Summer Teenage Girl

Jingle Bells

sabato 8 dicembre 2007

Mia madre ha comprato l’ennesimo pezzo per il presepe (ancora un paio d’anni e usciremo noi di casa, per lasciar spazio ai personaggi e tutti i loro bagagli) dal mio amule addirittura tre utenti stanno scaricando le canzoni celtiche di Enya e a me è venuto il mal di gola.
Anche quest’anno è arrivato Natale.
Prendete un bel respiro, vi servirà.

Musica: Pearl Jam- Wishlist

I Want To Hold Your Hand

lunedì 3 dicembre 2007

Vogliamo essere corteggiate. Vogliamo qualcuno che ci passi a prendere a casa, ci porti fuori, ci parli guardandoci dritto negli occhi e poi ad un certo punto rimanga senza parole. Vogliamo qualcuno che ci riempia anche solo per qualche ora di tutto quello che ci è mancato e che ci mancherà, che ci blocchi il respiro in una serie di banalità che improvvisamente una sera, a tradimento, acquistano un senso. Vogliamo tutto, anche quello che non avremmo mai voluto.
E vogliamo fermarci sotto casa, con il freddo che ci fa brillare gli occhi, abbassando il viso sul cappotto.
In quel momento in cui stai per aprire la porta e poi richiuderla alle tue spalle.
I’ll tell you something, I think you’ll understand, and when I say that something I want to hold your hand…

Play.

lunedì 3 dicembre 2007

Il lunedì mattina se ne sta lì e il suo scopo è chiaro: farci pensare che qualcosa stia di nuovo iniziando, far ripartire la macchina dei buoni propositi, far sì che riprendiamo un apparente controllo sulle nostre vite iper organizzate.
Ma tutto quello che avevamo lasciato è rimasto ad aspettarci e adesso ci sembra ancora più complicato di come l’abbiamo lasciato venerdì.
Vorremmo rigirarci nel letto oppure buttarci in macchina e andare dalla parte opposta.
Invece siamo davanti ad una specie di videoregistratore in pausa. Con nessuna voglia di premere play. E nel fingere di dimenticare quel tasto ci sembra di poter decidere qualcosa.
Ma se non facciamo niente e aspettiamo più di quanto ci è permesso, alla fine la macchina riparte da sola.

Sullo stereo (appoggiato su due scatole, ma sopravvissuto al trasloco): The Postal Service- Such Great Heights