Premessa: Se avessi scritto questo post ieri sera o meglio stamattina alle cinque sarebbe stato diverso. Ma si sa, funziona così. La testa è un frullato di immagini e di parole, i cocktail ci mettono la loro parte, il sonno che sembra non arrivare la sua. O li fermi, e forse spesso è meglio non farlo, oppure con il passare delle ore si scollano come un’etichetta bagnata da un barattolo vuoto (che poi se fosse pieno sarebbe la stessa cosa, ma adesso mi sembra che dentro ci sia ben poco e quindi lo lascio così).
Insomma, così questo che sto scrivendo inevitabilmente diventa il post di domenica mattina alle 10:30 e non quello di sabato notte alle 4:45
Post: E adesso come lo inizio. Beh, partiamo dai personaggi.
TJ: non potevo che metterla per prima. A grande richiesta torna ad accompagnare le mie serate e anche questo blog.
L’avreste vista in macchina con me, paziente, cercare un impossibile parcheggio nei pressi dell’Alcatraz intervallando i “forse là” con qualche precisazione sulle sue vacanze estive.
E poi, guardare curiosa la Rock Fm All Stars Band che suona per la festa del diciassettesimo compleanno della radio.
E ancora, ordinare da bere per tutte e due, sentirsi ubriaca dopo due gocce di vodka (per lo meno siamo pari), ballettare i pezzi più rock (cosa sei diventata TJ!) e scambiare considerazioni generali sulle feste i drink i messaggi i sogni il caso.
Francesco, operaio del rock: Compare a sorpresa sul palco con la sua telecamerina. Solo perché mentre tentava di fuggire da Milano, venerdì sera, la polizia l’ha fermato e gli ha ritirato il libretto di circolazione. Mi dispiace, ma sono contenta di vederti Fra. E poi sei l’unico che non mi dirà mai “ti vedo dimagrita…”.
Rock Fm Djs: Come faccio adesso a non dire una banalità? Li conosco solo da pochi mesi ma sanno davvero come farti sentire a casa. Ma… ilpovero stagista Pietro l’avete messo in punizione?
Ragazza a cui forse abbiamo rubato il tavolo: Sulla ventina, capelli colorati ma non mi ricordo più il colore, sorride mentre ci dice che il tavolo è suo e quando noi stiamo per alzarci aggiunge “ma che fate… rimanete… due belle ragazze come voi… come vi chiamate? state insieme? che bello che siete arrivate”. E praticamente ci abbraccia. Già.
Ragazzi vari: (comparse, anche se a qualcuno, un regista troppo buono ha donato qualche battuta) vari, alcuni rompicoglioni, uno incredibilmente insistente. Se ti rispondo cortesemente con la freddezza di un surgelato non vuol dire che ti puoi avvicinare e rincarare la dose.
La sottoscritta: Non ha ben capito, forse, perché sono le due ed è seduta di fianco a TJ ad un tavolo che non è il suo, arginando le domande e spiegandole che cosa le passa per la testa. E mentre tenta di tirare fuori il cellulare, si trova in tasca un plettro. Ma guarda un po’ , è quello di Kevin Devine, il Brooklyn Boy che ha incantato tutti, a sorpresa, venerdì a Your Noise.
Così la risposta che cerca confusamente su un telefono forse la trova lì, nella semplicità disarmante di un musicista che quando stava salutando, porgendogli la mano, l’ha abbracciata e sincero se ne è uscito con un Thank you so much. Poi si è ripreso la sua chitarra e se ne è andato verso il volo di ritorno a casa.
I personaggi hanno seguito il copione, in parte improvvisato, a volte sbagliato, ma nessuno gli ha permesso di ridire anche una sola battuta.
Buona o cattiva, è rimasta la prima.
Musica: Stars- Your Ex-Lover Is Dead (e un po’ è anche colpa di C. che continua a canticchiarla… )